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Porsche è il marchio che ha riscosso i maggiori successi nei quasi 100 anni di storia di Le Mans. La casa automobilistica sportiva di Zuffenhausen è legata alla 24 Ore di Le Mans da oltre sessant’anni, che per Porsche sono stati caratterizzati da ben 19 vittorie assolute, innumerevoli successi di categoria ed emozioni indescrivibili.50 anni fa, il 14 giugno 1970, Porsche conseguì la sua prima vittoria assoluta a Le Mans con la sportiva 917 KH da 580 CV, realizzando così uno dei suoi successi più significativi nell’ambito degli sport motoristici. Per ricordare questa occasione, il Museo Porsche ha riportato questa prima vettura uscita vittoriosa dalla storica gara, insieme ad altre cinque risultate vincitrici in altre occasioni, in Francia, nel luogo dove a suo tempo tagliarono la linea del traguardo. Oltre alla 917 KH del 1970, hanno ripercorso i rettilinei e le curve di Le Mans, attraversando luoghi simbolici quali il Dunlop Bridge, la 917 KH del 1971, la 936/81 Spyder del 1981, la 962 C del 1987, la 911 GT1 ´98 e l’ultima vincitrice assoluta della competizione, la 919 Hybrid del 2017.Inoltre, si sono incontrati per la prima volta due colossi delle corse e due protagoniste di competizioni passate: Hans Herrmann e la vettura originale con cui nel 1970, insieme a Richard Attwood, mise a segno la prima vittoria assoluta per la Casa di Zuffenhausen, hanno incontrato Timo Bernhard, l’ultimo vincitore assoluto di Le Mans a bordo di una Porsche, e la Porsche 919 Hybrid del 2017. Durante l’85esima 24 Ore di Le Mans di tre anni fa, Timo Bernhard tagliò vittorioso il traguardo a bordo della Porsche 919 Hybrid insieme ai suoi compagni d’equipaggio Earl Bamber e Brendon Hartley dopo una gara drammatica.Guardando entrambe le vetture da corsa, risultano evidenti i progressi compiuti nel corso dei decenni: la 917 KH con numero di partenza 23, iscritta alla gara dal team Porsche Salzburg, pesa solo 800 chilogrammi ed è alimentata da un 12 cilindri da 4,5 litri che trasmette una potenza di 580 CV alle ruote posteriori. Era sufficiente riscaldare il motore solo per circa 10 minuti perché la vettura fosse pronta per la gara. La pelle in resina sintetica ha uno spessore di soli 1,2 millimetro e l’abitacolo è così stretto che il casco del pilota arriva quasi a sfiorare il tetto.Molto più grande e massiccia risulta invece la 919 Hybrid, la cui preparazione richiede l’intervento di due tecnici e un ingegnere di gara circa due ore prima dell’inizio della competizione. Questa vettura vincitrice del record è stata un laboratorio di prova su ruote per le future tecnologie di Porsche: un motore turbo benzina V4 da due litri e 368 kW (quasi 500 CV) per le ruote posteriori abbinato a un’unità elettrica da 294 kW (oltre 400 CV) per l’asse anteriore hanno fatto di questa Porsche ibrida una vettura a trazione integrale. Il motore elettrico è alimentato da una batteria agli ioni di litio, che a sua volta è alimentata dall’energia di frenata sull’asse anteriore e dall’energia dei gas di scarico. Anche in questo caso chi guida non ha molto spazio, ma è molto più protetto.Porsche parteciperà alla prossima edizione del classico dell’endurance, in programma il 19 e 20 settembre, con modelli speciali. Le due 911 RSR del Porsche GT Team gareggeranno nell’impegnativa categoria GTE Pro e prenderanno posto sulla griglia di partenza con le livree Rosso-Bianco e Nero-Bianco, in ricordo della prima vittoria assoluta conquistata alla 24 Ore di Le Mans cinquant’anni fa, su un totale che finora è di diciannove. La gara sul circuito di 13,626 chilometri della 24 Ore rappresenta il momento clou dell’intero Campionato Mondiale Endurance FIA. Contrariamente al programma originario, quest’anno la competizione si svolgerà a settembre e non prevede la presenza di spettatori a causa della pandemia da coronavirus.
© Mediterranean Yachting Magazine
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